PNRR: cos’è e cosa prevede
Grande attenzione per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, meglio noto come PNRR. Lo strumento con cui l’Italia intende progettare la ripresa economica e sociale dopo la Pandemia.
Costruito intorno a quattro linee strategiche, condivise a livello europeo, tra cui modernizzazione del paese, transizione ecologica, inclusione sociale e territoriale, parità di genere, prevede un pacchetto di investimenti e riforme articolato in sei missioni:
M1: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
M2: rivoluzione verde e transizione ecologica;
M3: infrastrutture per una mobilità sostenibile;
M4: istruzione e ricerca;
M5: parità di genere, coesione sociale e territoriale;
M6: salute.
Un Piano molto ambizioso che contribuirà a finanziare progetti per l’ammodernamento e la crescita delle imprese italiane e allo stesso tempo una grande opportunità anche per il mercato del Supply Chain Finance, oggi considerato una vera leva strategica per le filiere, grazie alle sue soluzioni innovative che permettono di trasferire il rischio e aumentare la liquidità.
Dall’Equipment e Deep Tier Financing fino al Reverse Factoring, il PNRR spinge il mercato del Supply Chain Finance
Il Supply Chain Finance ha rappresentato uno strumento decisivo di resilienza per il sistema delle imprese in un momento di crisi e di fragilità delle filiere.
Secondo l’Osservatorio Supply Chain Finance del Politecnico di Milano il PNRR favorirà principalmente l’adozione di tre soluzioni di SCF da parte delle imprese:
- Equipment Finance
- Reverse Factoring – Cessione Crediti Fiscali
- Deep Tier Finance
In particolare:
gli investimenti previsti nella M1 per la Transizione 4.0 (circa 13 miliardi) potrebbero incentivare il ricorso a soluzioni finanziarie a supporto dell’acquisto di beni strumentali e asset durevoli in ottica di filiera (Equipment Finance). Beneficiando di finanziamenti e incentivi le imprese capo-filiera avrebbero così l’opportunità di acquistare macchinari e tecnologie innovative, per noleggiarli o lasciarli in conto deposito ai fornitori, a vantaggio dell’intera catena di approvvigionamento.
A crescere potrebbe essere anche il Reverse Factoring ovvero la soluzione di Supply Chain Finance che agevola il supporto finanziario alle imprese parte di una filiera produttiva attraverso la cessione dei crediti fiscali per ottenere liquidità. L’estensione di Ecobonus e Sismabonus fino al 2023, prevista nella M2 (circa 14 miliardi) rappresenta un chiaro segnale di come il governo veda questo strumento come una leva strategica per supportare un settore in difficoltà come quello dell’edilizia.
Svolta possibile anche per il Deep Tier Finance, la soluzione di SCF, ancora poco impiegata, che permette di finanziare le filiere oltre il primo livello di fornitura. Alla luce degli importanti investimenti previsti per le infrastrutture e la mobilità sostenibile nella M3 (circa 25 miliardi), importante potrebbe essere l’indotto generato per il sistema di imprese interessato, e dunque la liquidità che potrebbe scorrere lungo le catene di fornitura e sub-fornitura in modo rapido ed efficiente grazie al DTF.
Il supporto finanziario di filiera rappresenta un’ancora di salvezza per il sistema delle imprese, indebolito dalla pandemia e segnato da una forte crisi di liquidità.
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