Modelli di gestione ESG Oriented: una necessità anche per le PMI 

L’adozione di una politica di investimento che tenga conto dei nuovi modelli di gestione ESG Oriented è ormai essenziale.

L’attenzione verso la sostenibilità costituisce oggi non solo un prerequisito per ottenere finanziamenti più convenienti, diventare fornitori di grandi imprese o accedere a bandi di gara, ma anche un importante asset strategico che delinea il posizionamento competitivo e valoriale delle PMI. 

Il fattore sostenibilità, infatti, non si esaurisce all’interno dell’impresa, ma si estende come valore lungo tutta la Supply Chain e ai rapporti con gli Stakeholder. La costruzione di un piano strategico ESG (Environmental, Social e Governance) efficace rappresenta dunque una necessità per le imprese che vogliono affermarsi sul mercato e guardare al futuro senza incertezze.

 

Modelli di gestione ESG Oriented e PMI: il Temporary Manager come figura chiave

Adottare Modelli di gestione ESG Oriented con un Temporary Manager è possibile anche nelle PMI. Partendo dal presupposto che abbracciare la sostenibilità in modo serio implica l’integrazione degli obiettivi ESG nel processo di pianificazione strategica economica-finanziaria, è evidente che, soprattutto in una piccola media impresa dove il più delle volte mancano le competenze, il Temporary Manager si rivela una figura chiave. Per comprendere a fondo la sostenibilità e tradurla in pratica nel contesto aziendale è necessario un professionista esperto, capace di guidare il cambiamento, organizzando, pianificando e supportando le diverse funzioni nella trasformazione dei processi e delle attività al fine di assicurare un allineamento con gli obiettivi aziendali dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

Avere un Temporary Manager dedicato ai temi della sostenibilità e dell’innovazione, che si inserisce in azienda rafforzandone la struttura, è quindi una scelta strategica per una PMI che vuole “tenere il passo coi tempi” ed essere resiliente.

 

Modelli di gestione ESG Oriented: come il Temporary Manager elabora un piano strategico per vincere le sfide della sostenibilità

Il piano di azione di un Sustainability Temporary Manager comprende una continua ricerca di politiche e iniziative sostenibili fondamentali per il raggiungimento di obiettivi misurabili in performance, sviluppo di attività di sensibilizzazione, sia interne che esterne all’azienda, e creazione di una comunicazione integrata e strutturata. 

Ma prima di elaborare qualsiasi progetto, il Temporary Manager definisce un piano strategico attraverso 5 fasi:

1. Definizione del Sustainability Business Model aziendale

Una volta analizzati i Partner, le attività, le risorse chiave, i clienti , la struttura dei costi e i flussi di ricavi, quindi l’intero funzionamento dell’azienda, il TM procede con la misurazione delle impronte economiche, sociali e ambientali del business sulla base degli standard riconosciuti a livello globale, i cosiddetti SDG ovvero SUSTAINABLE DEVELOPMENT GOALS per capire la quantità di valore da restituire in base al proprio consumo di risorse tra capitale umano, fisico, naturale, relazionale e organizzativo.

2. Identificazione degli Stakeholder

Nessun progetto di cambiamento importante va avanti senza il sostegno dei cosiddetti “portatori di interesse”. Mappare gli Stakeholder per capire la loro influenza e dipendenza dall’azienda e ampliare il ventaglio di soggetti interessati al business significa individuare le modalità più efficaci per coinvolgere ciascuno di essi nella definizione degli obiettivi ESG strategici che lo interessano.

 3. La scelta dei temi materiali

Definire nuovi modelli di gestione ESG Oriented implica anche un’analisi SWOT delle tematiche legate alla sostenibilità per capire verso quali indirizzare le azioni. Gli impatti ambientali e sociali sono infatti un fattore di rischio o opportunità per il valore finanziario delle aziende. L’analisi deve tenere conto anche di tutti i temi che stanno a cuore agli stakeholder diversi da investitori o Proprietà. Per questo un TM prenderà in considerazione anche la lista di tematiche ambientali e sociali ritenute fondamentali dagli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), approvati dall’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) nel novembre del 2022 per comprenderne la priorità. Gli ESRS, infatti, definiscono gli standard ESG con cui le aziende europee dovranno obbligatoriamente misurarsi nel prossimo futuro e pongono in primo piano proprio la rendicontazione degli impatti sugli interessi di tutti gli stakeholder della propria catena del valore.

4. La valutazione con la “doppia materialità”

La scelta dei temi impone anche di considerare la loro “doppia materialità”, ovvero di selezionarli in base al loro doppio impatto “Outside-in” (effetti di ambiente e società sul loro valore finanziario) e “Inside-out” (effetti del business su ambiente e società).

5. Elaborazione del piano strategico di sostenibilità

Dopo l’analisi e la scelta dei temi, il TM definisce il piano strategico di sostenibilità, nel quale definisce gli obiettivi e le azioni concrete da intraprendere attraverso progetti di cui stabilisce responsabili, team, budget di spesa o investimento, e KPI per la valutazione dello stato di avanzamento. 

Investire in un percorso di sostenibilità aziendale consente di analizzare tutti gli aspetti strutturali, organizzativi e di business, mettendo l’accento sui punti di forza e trasformando le criticità in nuove opportunità. Rendere sostenibile la propria azienda e comunicare in modo efficace i risultati raggiunti è una concreta opportunità per migliorare la reputazione e la diffusione del proprio brand, consolidando il mercato di riferimento e aprendo nuovi canali per far crescere il proprio business nel futuro. 

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